La zuccheriera

di Donatella Quartarone

Eccola che arriva con il vassoio d’argento in mano. Sopra ci sono sei tazzine da caffè, quelle che lei usa per le occasioni di riguardo. Devo ammettere che sono proprio belle le mie sorelline; bianche con il bordo dorato e blu, le classiche Richard Ginori, così eleganti nella loro semplicità.

Torna in cucina a prendere la caffettiera fumante e panciuta che sta ancora borbottando. Come sempre, emana l’inconfondibile aroma, un profumo delizioso che, in un attimo, si diffonde nella stanza e risveglia gli sguardi a mezz’asta dei commensali, un po’ assopiti dopo il lauto pranzo.

E io? Ma è possibile che si dimentica sempre di me? Sono qui, dentro la vetrinetta!

Eccola che mi prende, forse mi ha sentito. Mi sistema sul tavolino accanto alla caffettiera che mi osserva come volesse dirmi: “Ci sei anche tu?”.

Che sbadata, ancora non mi sono presentata! Sono la zuccheriera; faccio parte anch’io del servizio e, in tutta modestia, sono il pezzo più bello con le mie curve sinuose.

Lei distribuisce le tazzine colme di caffè, chiedendo: “Zucchero?”

“No, sono a dieta!”, risponde Anita, sempre più magra e sofisticata.

“E tu, vuoi lo zucchero?”

“No grazie, ho la saccarina”, cinguetta Chiara, senza mai staccare la testa dal telefonino.

“Io amo il caffè amaro, come tutti i veri intenditori!” pontifica Mario.

“Anch’io, lo voglio amaro, grazie!” avverte quasi minaccioso Paolo.

Eccomi qui, nessuno mi fila, mi sento sempre più triste e inutile. Passi per chi ama il caffè amaro, ognuno ha i suoi gusti, ma quelli che dicono di stare a dieta dopo aver divorato antipasto, primo, secondo con contorno e dessert…proprio non li capisco!

un caffe' molto speciale